Da Italia Oggi di Francesco Cerisano
Il nuovo Codice degli appalti in vigore dal 1° luglio ha cambiato le regole per l'individuazione del Ccnl di riferimento da applicare ai lavoratori coinvolti nell'esecuzione del contratto: non più l'attività prevalente esercitata dall'impresa ma le prestazioni strettamente connesse all'oggetto dell'appalto da eseguire. Ciò richiede un'attenta valutazione per identificare il settore di riferimento dell'attività o delle attività (in caso di suddivisione dell'appalto in più lotti). In primo luogo occorre considerare il codice Ateco. In secondo luogo, si potrà verificare sull'archivio contratti del Cnel quali sono i Ccnl applicabili all'attività oggetto dell'appalto. Tra questi, ai sensi dell'articolo 11 del codice appalti, vanno selezionati i contratti stipulati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, tra cui individuare il Ccnl da applicare ai lavoratori impiegati nell'appalto o nella concessione. E' quanto chiarisce la relazione illustrativa del Bando tipo n.1/2023 messa a punto dall'Anac e pubblicata sul sito internet dell'Autorità anticorruzione. Il documento accompagna il Bando tipo e illustra le indicazioni contenute nel disciplinare, al fine di agevolarne l'utilizzo da parte delle stazioni appaltanti. Il documento si compone di 34 paragrafi corrispondenti ai vari articoli del bando tipo. Oltre alla descrizione, per ogni paragrafo, delle clausole del disciplinare, nel documento sono state affrontate alcune questioni particolarmente delicate, sia per la novità, sia per l'impatto atteso sul mercato. “Data la complessità e la novità della materia”, spiega l'Anac, “particolare attenzione è stata dedicata alle indicazioni relative all'individuazione del Ccnl di riferimento da applicare ai lavoratori coinvolti nell'esecuzione del contratto e alla valutazione di equivalenza delle tutele, per il caso di utilizzo, da parte dell'operatore economico, di un Ccnl diverso rispetto a quello individuato dalla stazione appaltante”. Le indicazioni sono state elaborate grazie alla sinergia portata avanti dall'Anac in un tavolo tecnico con il ministero del lavoro, l'Ispettorato nazionale del lavoro, il Cnel, la Cgil, la Cisl e la Uil. Francesco Cerisano