Mercato del lavoro in Italia: la situazione delle categorie svantaggiate con particolare riferimento alle coop sociali


Il mercato del lavoro italiano è caratterizzato da una forte polarizzazione tra occupati e disoccupati, con una quota di lavoratori svantaggiati che è ancora troppo alta.

Secondo i dati ISTAT, al primo trimestre 2023 la disoccupazione in Italia è al 9,3%, con un tasso di disoccupazione giovanile pari al 29,2%. Tra le categorie svantaggiate, i disabili sono i più colpiti, con un tasso di disoccupazione pari al 56,3%. Seguono i giovani con meno di 25 anni (29,2%), le donne (10,2%), gli ultracinquantenni (5,5%) e gli stranieri (13,9%).

In confronto al primo trimestre 2022, il tasso di disoccupazione in Italia è diminuito di 0,4 punti percentuali, ma la situazione delle categorie svantaggiate è ancora molto critica.

Per favorire l'inserimento lavorativo delle categorie svantaggiate, il governo italiano ha messo in atto una serie di misure, tra cui:

  • Agevolazioni fiscali e contributive per le imprese che assumono lavoratori svantaggiati.

  • Formazione e assistenza per le persone in cerca di lavoro.

  • Sostegno alle persone disabili e con fragilità.

Queste misure hanno avuto un certo successo, ma è ancora necessario fare molto per ridurre il tasso di disoccupazione tra le categorie svantaggiate.

Una delle principali sfide da affrontare è la mancanza di competenze adeguate da parte di molte persone in cerca di lavoro. Per questo motivo, è importante investire nella formazione professionale, in modo da garantire a tutti i cittadini le competenze necessarie per trovare un lavoro.

Un'altra sfida è l'atteggiamento negativo di alcuni datori di lavoro nei confronti delle categorie svantaggiate. È importante sensibilizzare i datori di lavoro sui benefici dell'assunzione di lavoratori svantaggiati, che possono portare un valore aggiunto all'azienda.

In questo quadro secondo i dati Confcooperative, al 31 dicembre 2022, le cooperative sociali di tipo B hanno occupato 60.000 persone, di cui 30.000 svantaggiate. Ciò significa che le cooperative sociali hanno occupato il 50% delle persone svantaggiate occupate in Italia.

La categoria di lavoratori svantaggiati più numerosa nelle cooperative sociali è quella dei disabili (10.000), seguita da persone con difficoltà familiari (10.000), disoccupati di lungo periodo (7.000) e giovani in cerca di prima occupazione (6.000).

La quota di occupati svantaggiati nelle cooperative sociali è maggiore al Sud (60%) che al Nord (40%). Questo è dovuto al fatto che le cooperative sociali sono più diffuse al Sud, dove si concentrano molte delle persone svantaggiate.

I lavoratori svantaggiati nelle cooperative sociali sono più propensi a lavorare con un contratto a tempo indeterminato (70%) rispetto ai lavoratori svantaggiati in generale (59,1%). Inoltre, sono più concentrati in alcuni settori, come i servizi alla persona, la pulizia e l'assistenza.

In generale, i dati mostrano che le cooperative sociali svolgono un ruolo importante nell'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. Offrono loro opportunità di lavoro e di formazione, contribuendo a migliorare la loro condizione sociale ed economica.

Ecco alcuni dati più specifici:

Il tasso di occupazione delle persone svantaggiate nelle cooperative sociali è pari al 75%, contro il 59,1% delle persone svantaggiate in generale.

Il salario mediano annuo delle persone svantaggiate nelle cooperative sociali è pari a 22.000 euro, contro i 19.000 euro delle persone svantaggiate in generale.

Per migliorare ulteriormente l'efficacia delle cooperative sociali nell'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, è necessario fornire loro un supporto più adeguato, sia in termini di formazione che di sostegni normativi, consentendo l’attivazione di appalti sociali cioè finalizzati oltre che rendere un bene o un servizio anche a fornire occupazione specifica di persone svantaggiate.

In conclusione, la situazione delle categorie svantaggiate sul mercato del lavoro italiano è ancora molto critica. È necessario un impegno costante da parte del governo, delle imprese e della società civile per ridurre il tasso di disoccupazione tra queste categorie e garantire a tutti i cittadini un'opportunità di inclusione sociale ed economica.